Blog

Chiara, Mali, Antigone. Le domeniche mattine senza lei.

05.11.2013 20:50

E' il cinque novembre 2013. Sono passati 144 giorni dal 14 di giugno, data dalla quale non vedo Chiara, una mia amica partita per la Thailandia come exchange student. Starà via quasi un anno, e la rivedrò a maggio. Chiara è una persona saggia, bellissima e molto intelligente. Chiara è quella spinta a continuare a sognare. Chiara è la persona che abbracciavo tutte le mattine di tutti i giorni. Chiara è la ragazza a cui penso ogni giorno. A Chiara dedico ogni mio momento di espressione di me stesso, dalla musica al teatro. Ogni tanto capita di perdersi in quelle domeniche mattine in cui fuori è grigio, tra pensieri e parole che rimangono dove vengono dette. Poi arriva la sera, e ricordi che il giorno seguente devi ricominciare ad andare a scuola. Ormai la cognizione della tua lontananza è una domenica mattina per me. Un sottofondo costante di ogni mio giorno a cui ormai non faccio più caso, un pensiero fisso che non diventa atto, rimane potenza di qualcosa. Poi arriva la sera, ed arriva la malinconia. La lontananza da una persona crea quella tensione per cui si ha paura di perdere se stessi, dopotutto. Forse non mi manchi solo tu come individuo. Mi manca il disegno perfetto di me e te insieme, come un paesaggio completo macchiato solo dal sottofondo rumoroso di tutto ciò che accadeva attorno a noi. Ieri sera, mi sembrava di non riuscire più a trovare un motivo per pensare a quel paesaggio meraviglioso di amicizia, vicinanza e affetto. L'unica vera cosa di cui avevo bisogno era chiamarti. Farti una telefonata. Sentire la tua voce matura che mi parla. Potermi sfogare con te delle mie cose. Chiederti come ti senti, cosa fai, dove vai, cosa mangi, chi conosci, con chi parli. Insomma, ricominciare a vivere con te, che sei a 12000 chilometri di distanza. E' questa la domenica sera. Significa sentirsi così vicini a qualcosa, come sentimento, quanto in realtà la distanza fisica è grande. Possono essere dodici ore o 12000 chilometri, il resto è solo tensione e ansia. Tensione nel sapere che anche nei momenti in cui avrò più bisogno tu non potrai aiutarmi tanto quanto vorrei, ansia nel sapere che mancano ancora 7 mesi prima di rivederti, giorno più giorno meno. Ti ho vista crescere attraverso gli anni, sei stata tante cose, tante persone. Siamo cambiati insieme. Eravamo all'unisono Francesco e Chiara, poi siamo stati l'anno scorso, su quel palcoscenico, Creonte e Antigone, poi chissà cosa siamo adesso. Tu sei Mali, splendido fiore, ma io? Sono ancora un fiore per te? Ci sarebbe mai stato il nome di un fiore per me in Thailandia? Forse no. Credo che mi sarebbe capitato il nome di un colore. Ho sempre pensato così al nostro rapporto. Tu sei il fiore, bello, vivo, felice. Io sono il colore, espressivo, vivificante, vario. Dipende dalla luce che ci colpisce. Alcune volte è stata splendente, altre opaca. Ora, e non sai quanto mi spezzi dirlo, siamo al buio. Ti voglio bene, mi manchi tantissimo.